Ogni tradizione sapienziale indica nella conoscenza di Sé non solo lo scopo e la meta dell’esistenza ma anche una soluzione ai problemi del vivere e una via di liberazione dalla sofferenza.
Ma sembra che ormai quasi nessuno sia in grado di capire il senso della vita e gli insegnamenti tramandati da secoli. La maggioranza delle persone non solo non persegue l’autoconoscenza e non si ferma mai ad ascoltare il sentire profondo, ma non sa neppure cosa si intenda con il termine “Sé” e, se mai, lo confonde con il curriculum vitae e con le apparenze e le maschere dell’io con cui ha ben poco ha che vedere.
Alla base di ogni cammino di maturazione verso la saggezza che permetta di vincere la sofferenza, ci sono delle conoscenze basilari che il mondo d’oggi, nel suo cammino suicida, ha del tutto dimenticato.
Oggi molti di coloro che parlano di Yoga, di spiritualità o di filosofia orientale involontariamente ne fanno spesso una parodia. Si può notare una decadenza spaventosa anche delle religioni che ormai presentano solo le ombre svuotate di senso delle verità spirituali rivelate. E mi riferisco solo a coloro che agiscono in buona fede e non agli scandali e al business che hanno corrotto gran parte di questi ambienti.
Per iniziare un percorso di autoindagine e liberazione, si dovrebbe in primo luogo riconoscere che i sensi ci ingannano e che la mente va messa a tacere e utilizzata come un semplice strumento adatto a situazioni pratiche e materiali. Se non sappiamo controllare la mente, saremo vittime di pensieri che producono soltanto ansia, divisione e conflitti.
Viviamo in un mondo di illusioni mentali e l’egocentrismo ne è il più distruttivo e immediato prodotto, ma pare che ci si stia dirigendo passivamente e ciecamente verso la distruzione e verso una sempre più fitta confusione sociale e politica, dimenticando ogni insegnamento di vera saggezza.
Purtroppo anche chi, più o meno correttamente, affronta temi filosofico-spirituali, li propone quasi sempre senza viverli e applicarli nella propria vita, come se fossero solo gli altri a doverli mettere in pratica. Ma i saggi ci hanno avvertito che una verità espressa da chi non la incarna diventa falsità, ma ci si attacca alle parole e nessuno pare farci caso.
Quando meschini interessi personali e un’angusta visione della realtà dominano gli individui, quando desideri e paure impediscono l’operare dell’intelligenza e il denaro e il mercato sono la guida collettivamente perseguita e accettata, è difficile immaginare che l’umanità sia in grado di risolvere i problemi e le pressanti sfide che si affacciano all’orizzonte.
D’altro lato non si devono dimenticare le enormi potenzialità dell’essere umano, le straordinarie capacità di rinnovamento, le vette di saggezza che in lui da secoli si sono manifestate e la realtà oggettiva di un substrato spirituale in ogni individuo.
Non è solo frutto di speranza credere che dopo la decadenza possa sorgere un nuovo splendore e come la fenice che risorge dalle sue ceneri, dal nichilismo e dalla caduta di tutti i valori possa emergere una nuova era di rigenerazione e armonia.
Numerose ricerche sull’evoluzione psichica sembrano, infatti, confermare che molto spesso i più profondi processi evolutivi sono preceduti da profonde crisi, tanto che il cammino eroico dell’autorealizzazione e della “seconda nascita” è preceduto dal confronto con il mondo infero e la morte dell’ego.
Certamente l’individuo dovrebbe impegnarsi in tutto quanto è in grado di fare per non essere travolto dalla confusione collettiva, dagli inganni delle parole, dalle contrastanti ideologie, da tutti gli “ismi” e dai condizionamenti imprigionanti che lo allontanano da una chiara percezione della realtà.
Per trovare se stessi quindi il primo passo consiste nel differenziarsi dalla coscienza collettiva.
Non si tratta, infatti, di uniformarsi a idee o di inseguire ideali, bisogna anzi liberarsi da tutto questo chiacchierio mentale. Se, come suggeriscono alcuni scienziati, l’universo assomiglia più un grande sogno che a una grande macchina ciò che conta, più che il pensiero è lo stato di coscienza e la soluzione dei problemi è il grado di risveglio.
Non sarà certo attraverso i movimenti sociopolitici, con i buoni propositi ispirati dall’ecologismo stile Greta Thumberg tanto in voga oggi, o con il moralismo, con il politicamente corretto e l’accoglienza degli immigrati che cambieranno le cose, se non avviene una rivoluzione interiore e un radicale cambiamento della coscienza individuale.
Per quanto buoni siano certi principi, non sono mai le idealizzazioni che migliorano le cose, e la storia ci mostra come proprio nel nome di Dio o nel perseguimento di ideologie umanitarie si son fatte le stragi più crudeli.
I problemi che ci assillano hanno come causa la disarmonia mentale e le reazioni che stiamo mettendo in atto per cambiare le cose sono espressione della medesima disarmonia.
Sono i confini e le barriere della mente che devono essere trascesi e per farlo dobbiamo riconoscere la frammentazione prodotta dal pensiero e ritrovare la nostra essenza che è la sola coscienza unificante. Infatti ci si integra con la natura solo comprendendo ciò che ci separa da essa e risvegliandoci a una diversa consapevolezza in cui interno ed esterno, osservatore ed osservato non sono divisi e contrapposti.
Finché viviamo in conflitto con noi stessi e in disarmonia con la vita non possiamo sperare di vedere nascere un mondo migliore.
Sinché non ci svegliamo non possiamo uscire dai brutti sogni che stiamo inconsapevolmente creando. Finché ci aspettiamo che siano gli altri a cambiare e non rivoluzioniamo le nostre prospettive alienate, sarà difficile vedere miglioramenti attorno a noi.
Siamo giunti a un punto in cui, come rivelava la Dea a Parmenide, anche la nostra intelligenza e le nostre migliori intenzioni non sono che un ostacolo alla realizzazione.
Tanti secoli fa i saggi definivano Yoga la “fine delle fluttuazioni mentali”, e l’illuminazione la comprensione di essere parte di una sola Coscienza, che trascende lo spazio e il tempo, illusoriamente frammentata nella molteplicità del divenire.
I saggi di ogni tempo e cultura insegnavano che l’essenza è Sat Chit Ananda e il mondo fenomenico Maya, e indicavano vie per il risveglio dalle illusioni mentali e per il riconoscimento che siamo animati da un principio divino, incorruttibile, che emerge dalla beatitudine del puro Essere, che è a monte di tutti i fenomeni, che li abbraccia senza che esserne contaminato.
Un inconcepibile Vuoto è il substrato reale di tutte le apparenze, un’immutabile trasparenza contiene l’illusorio divenire che la mente proietta sullo specchio della coscienza, e riconoscere che siamo questo spazio senza confini è beatitudine.
Comprendere questo può apparire, a chi non ne ha esperienza, un’astrazione lontana dal quotidiano, mentre al contrario questa presa di coscienza è indispensabile proprio per poter vivere felicemente e pienamente nel mondo delle passioni, dei desideri, del denaro, della sessualità e dell’io.
La mente ci inganna con infiniti tranelli e la soluzione è spesso paradossale, mentre con una logica lineare si finisce quasi sempre in labirinti circolari auto-contraddittori.
Ho scritto molte pagine sugli inganni dell’io-immagine con cui ci si identifica dimenticando se stessi, ma so bene che queste sono sempre parole che non bastano a risvegliare l’intuizione profonda della realtà che indicano, ed è per questo che da decenni insegno una pratica esperienziale di respirazione intensa che può condurre al silenzio mentale, alla percezione diretta e al riconoscimento del Sé cosciente come essenza indivisa di ogni cosa.
Negli anni ho raccolto centinaia di brani, di aforismi e di testi a sostegno di queste verità che appartengono alla tradizione della Filosofia Perenne, ma alfine, è con la conoscenza di Sé, che ha luogo nell’intimo di ognuno, che si giunge alla liberazione.
Questo “Sé” non appartiene al tempo e alla memoria, non è descritto dal curriculum vitae; è l’attimo non diviso in soggetto-oggetto. E’ l’hic et nunc al di fuori dello spazio e del tempo che precede il pensiero il quale crea, col ricordo e l’aspettativa, l’illusione del mondo.
Mi rendo conto che detto così sembra trascendentale e complesso mentre è la semplice realtà di questo e di ogni momento. E’ anche la fine del dolore e del conflitto. Ma chi ha voglia di riflettere a fondo sulla Realtà e sull’Essere?
Allego alcuni brani di saggezza antichi di secoli ma sempre attuali per questi tempi, come sempre di distruzione e rinascita, che indicano con le parole dei maestri questa realtà ineffabile.
Non la si trova perché non è mai stata perduta e perché proprio l’io che vuol raggiungerla è d’ostacolo alla percezione della sua spontanea e atemporale onnipresenza.
Per chi ne avesse voglia, questi antichi scritti di questo sito possono forse essere di ispirazione e il Rebirthing Transpersonale uno strumento e un’occasione per realizzarne la realtà.
Zen: Essenza della mente, di Huang-Po: https://filippofalzoni.com/mastri-cinesi-dello-zen/
Dal Tan Ching, di Hui Neng https://filippofalzoni.com/dal-tan-ching-di-hui-neng/
Mahamudra di Tilopa: https://filippofalzoni.com/mahamudra-di-tilopa/
Ego: https://filippofalzoni.com/oh-ego/?et_fb=1&PageSpeed=off