Dopo tanti anni trovo sempre entusiasmante il mio lavoro. Vedere ogni giorno gli incredibili risultati che la respirazione può produrre è una soddisfazione incomparabile. L’intensità e la profondità delle esperienze rendono ogni giornata appassionante. La pratica seppure molto semplice ha basi scientifiche, filosofiche e spirituali profonde che è molto difficile riassumere in poche parole.
Ho sempre avuto la passione di condividere ciò che trovo illuminante e un moto spontaneo mi spinge a trasmettere ciò che ho compreso. Ho scritto molte pagine e numerosi libri, ma mi rendo conto che nell’era informatica è necessaria la sintesi ed è questo che ora cerco di fare.
Credo che il tempo dei Maestri sia finito, i grandi hanno già parlato e le verità essenziali sono già state dette, scritte e tradotte in ogni lingua. E’ facile ripetere le parole dei Maestri del passato e con questo far credere di essere “più spirituali” di chi non le conosce, ma questo è già cadere in un inganno mentale. Lo Spirito non è nelle parole, nell’esperienza, nella cultura ma nella vera umanità e autenticità dell’essere. E’ venuto il tempo di vivere gli insegnamenti con umiltà e sincerità e di incarnare la verità spontanea del cuore invece di sostenere delle idee, per “spirituali” che possano essere. Per vivere in verità dobbiamo lasciare la prospettiva convenzionale e rifiutare ciò che è falso anche se per la maggioranza è la norma. Appena ci identifichiamo con le fluttuazioni mentali perdiamo il contatto con il vero “Essere”, con la “presenza non divisa, qui e ora”. Chi si crede un Maestro inevitabilmente crea proiezioni e dipendenza e a questo punto anche le parole di saggezza possono essere dannose se conoscerle fa sentire superiori a chi le ignora. Persino i concetti spirituali possono diventare una prigione mentale che allontana dallo Spirito, dilata l’ego e complica la vita. Ciò che libera non nasce da motivazioni egocentriche, bensì è una diversa percezione del rapporto con il mondo, oltre la mente divisiva che è all’origine di ogni conflitto. Per questo si dice: “Il metodo giusto in mano all’uomo sbagliato funziona nel modo sbagliato”. Chi è a contatto con il “Sé” è semplice e autentico, è se stesso senza pretese di essere ciò che non è; non si sente “qualcuno” e tantomeno cerca di diventarlo.
Chi vede la realtà oggettivamente fluisce con il divenire senza bisogno di un’immagine di sé e trova spontaneo ciò che lo guida alla realizzazione. Ha successo perché non lo cerca. Il terapeuta è colui che “assiste alla guarigione”, non agisce, ma si limita a suggerire un metodo e a creare un contesto adatto, per risvegliare il potenziale di autoguarigione di ognuno. E’ colui che aiuta l’individuo a trovare il Maestro, l’energia, l’entusiasmo e le risposte in sé stesso e a non avere quindi più bisogno d’aiuto.
Diventare padroni del software del cervello significa riconoscere chi è il padrone di casa e quindi usare il pensiero per quel che serve senza diventarne schiavi. Solo andando oltre l’identificazione con il personaggio immaginario dell’ego, si attinge alla vita, ci si risveglia alla realtà e si realizza il progetto esistenziale per il quale siamo nati.
Filippo Falzoni Gallerani