Premessa
Tra le numerose tecniche di respirazione che l’Oriente ci ha tramandato e che l’Occidente sta riscoprendo, alcune se correttamente applicate, possono risolvere disturbi quali l’ansia, la depressione e i conflitti interiori, e indurre profonde esperienze trasformative attraverso lo sviluppo della consapevolezza, sino alla trascendenza dell’io.
Tratterò in queste pagine di un metodo di respirazione intensa, chiamato Rebirthing Transpersonale, che ha grande potenza ed efficacia. Uso il termine “Rebirthing” anche se invero, la scuola Transpersonale che ho fondato è essenzialmente diversa dalle altre scuole di Rebirthing di origine statunitense che spesso aderiscono a teorie del movimento New Age che non posso condividere. Avrei potuto sin dai primi anni ’80 non usare il termine “Rebirthing” per differenziarmi, ma ho creduto più giusto presentare questa mia versione, che considero coerente con i più avanzati sviluppi della psicologia contemporanea, con la Filosofia Perenne e con gli autentici cammini spirituali, allo scopo di favorire lo sviluppo del movimento stesso. E’ mia intenzione presentare, a coloro che hanno riconosciuto i limiti di un approccio al Rebirthing basato sulla semplicistica filosofia oggi in voga del Pensiero Creativo, (che pare sia diretta più a sostenere le fantasie dell’ego che facilitarne la trascendenza), un modo di utilizzare la tecnica della respirazione che tenga conto dell’essenza del messaggio di scienziati e Maestri spirituali, e possa perciò favorire un autentico sviluppo della consapevolezza e il riconoscimento degli inganni dell’io. Spero così di poter offrire, a chi è pronto, le corrette indicazioni per un autentico cammino di liberazione e auto guarigione.
Prefazione
… Non abbiamo una sensazione del cielo, ma quella sensazione siamo noi.
Alan Watts
… Il senso di essere una sorta di… Testimone o Sé separato svanisce del tutto. Tu non guardi il cielo, tu sei il cielo. Puoi gustare il cielo. Non è là fuori… C’è solo puro vedere. La coscienza e la sua manifestazione non sono due cose distinte. Mentre rimani in quello stato e “senti” questo Testimone come una grande espansione, potrai cominciare a sentire che la sensazione del testimone e la sensazione della montagna sono la stessa sensazione. Quando “senti” il tuo puro Sé e “senti” la montagna, riconosci che sono esattamente la stessa sensazione. In altre parole, il mondo reale non ti è dato due volte, una là fuori, una qui dentro. Questo “essere due volte” significa “dualità”.
Ken Wilber
Poiché le nostre mire non sono alte ma illusorie, i nostri problemi non sono difficili bensì privi di senso.
Wittgenstein
Lo scopo del metodo di respirazione presentato in questo libro è qualcosa che ha implicazioni di straordinaria portata: la fine del conflitto e della divisione interiore, la coscienza del Sé, si può dire che è qualcosa che ha a che vedere con l’illuminazione. Si tratta, dunque, di un argomento ampio e controverso che comporta l’assunzione di prospettive intellettuali non ordinarie, in un’area della ricerca in cui nulla può darsi per scontato. Inoltre, affrontando la cosa seriamente è chiaro che per l’io l’illuminazione è l’ultima e suprema illusione, e che la vera illuminazione ha luogo quando scompare l’identificazione con l’io che la persegue. Paradossalmente il risveglio dell’autorealizzazione può essere considerato un processo facile e naturale come risiedere senza sforzo nella propria vera natura, allo stesso modo in cui siamo “noi stessi” senza dover far nulla per esserlo, e nello stesso tempo, l’emancipazione dalle dinamiche egoiche è la più difficile sfida per l’uomo. E’ difficile dominare la mente, usarla e non esserne usati, e pochi uomini intuiscono una via per aggirarla e riconoscerne i tranelli e le illusioni.
Per un’autentica trasformazione interiore che conduca all’emergente Nuovo Piano di Coscienza e ponga fine ai conflitti, è necessario un atteggiamento diverso da quello con cui siamo stati programmati da generazioni. Questa prospettiva comporta il riconoscimento che non siamo il personaggio, la personalità, la maschera, le immagini del pensiero, bensì “coscienza”, libera da identificazioni. Ciò comporta una presenza mentale e un atteggiamento non condizionato dai limitati valori della cultura cui apparteniamo, la libertà di una mente che ha riconosciuto gli inganni dell’io.
Affrontare il tema della coscienza, del risveglio e della liberazione conduce al mistero che l’umanità affronta da millenni nella ricerca della verità e della felicità.
Quando cerco di dare risposte ai problemi dell’esistenza e offrire qualcosa di autenticamente valido a chi ora sta scorrendo queste righe, mi accorgo che, quando tento di definire l’essenziale, il linguaggio per sua natura conduce a paradossi e a verità parziali. Mi domando seriamente, se esista un insegnamento che possa essere trasmesso a cuor leggero, quando una verità cessa di essere tale quando la osserviamo da una prospettiva diversa, e che ogni affermazione ha validità in relazione al contesto. Oltre a questa parzialità intrinseca e ai limiti del linguaggio, ogni concetto sarà recepito diversamente secondo la situazione psicologica, l’esperienza, la maturità e il livello di sviluppo di chi sta leggendo. Per comprendere ciò che vorrei trasmettere e andar oltre le gabbie delle parole, è necessario quindi che il lettore applichi tutte le sue capacità intuitive.
Maestri e filosofi hanno sostenuto teorie opposte, entrambe “vere” e confermate da chi le sperimentava. Troviamo verità che si contraddicono non solo nel campo del pensiero, ma persino nell’osservazione del mondo fisico e la scienza si trova di fronte all’inafferrabile, al paradossale, a una realtà che non è riducibile a un’interpretazione univoca, come, per esempio, quando osservando il fotone si constata che esso può apparire come un’onda o come una particella secondo il modo in cui lo si osserva. E’ contemporaneamente due cose ma, se lo vediamo come onda, non possiamo vederlo come particella e viceversa. La fisica delle particelle ha aperto prospettive rivoluzionarie alle contemporanee visioni del mondo e tornerò più avanti sull’argomento. Con questo voglio solo ricordare che è essenziale rendersi conto che il punto di vista da cui si osserva la realtà offre verità diverse, che paiono spesso inconciliabili. Del resto, il principio di falsificabilità è alla base della scienza stessa, perché è riconosciuto il limite intrinseco di qualunque teoria che cerchi di definire la natura della realtà che ci circonda e della nostra coscienza che la percepisce, di cui ci sfugge l’origine, lo scopo e l’essenza.
Tradizioni sapienziali antiche e moderne riconoscono che a ogni livello dello sviluppo interiore corrisponde una diversa percezione del mondo. La ricerca interiore è un cammino individuale che non può essere regolato da regole imposte uguali per tutti. Ognuno ha la sua strada e un progetto di un autentico sviluppo deve essere integrale, comprendere intelletto e morale, scienza e religione. Nel quotidiano possiamo osservare come persino parole di “buon senso” possono essere nocive se rivolte a chi del “buon senso” è tanto schiavo da non osare esprimere comportamenti liberatori e creativi per eccesso d’autocontrollo. Per certi tipi di persone troppo stoiche è bene riuscire a esprimere un po’ d’edonismo, mentre a molti epicurei mancano doti stoiche che farebbero bene a coltivare. E’ in questa direzione che sono dirette le più avanzate correnti della Psicologia Transpersonale. Esse offrono un’integrazione delle diverse correnti scientifiche e delle visioni del mondo e dei livelli di sviluppo, in un quadro abbastanza ampio da poterle includere e trascendere verso una più elevata sintesi.
Oltre la ragnatela del pensiero e delle parole, la mente intuitiva permette di riconoscere la verità inesprimibile che integra gli opposti. Così, mentre il “cervello” è impegnato a leggere e la mente cerca di comprendere, incasellando nel già conosciuto le nuove informazioni (ignorando tutte quelle che non confermano ciò in cui crede), accadono momenti in cui, come risvegliati da un sogno, ci troviamo liberi dal pensiero e dalla gabbia delle parole, e, nella consapevolezza momento per momento, mentre scompare l’io diviso, siamo davvero a contatto con la verità ineffabile che trasforma radicalmente la nostra prospettiva offrendo attraverso l’intuizione gli insegnamenti trasformativi che cerchiamo.
Il leggere, come ora il mio scrivere, accade allora senza che si sia un “io” che scrive o legge, senza bisogno di pensiero o sforzo. Una presenza lucida e impersonale nella comprensione immediata…
Appena ci fermiamo ad analizzare questo stato “illuminato” e ci identifichiamo di nuovo nell’io che si compiace di averlo raggiunto, tutto si complica di nuovo.
Senza accorgercene cadiamo nel paradosso dell’io che desidera trattenere l’attimo eterno… stato che si manifesta solo quando l’io è trasparente e scompare! Tutto appare di nuovo difficile perché distaccandoci da esso per definirlo lo perdiamo e ricadiamo nel dualismo del pensiero, che ci separa dall’esperienza diretta. Le parole non lo possono incarnare e quando riemergono i condizionamenti mentali e l’identificazione con l’io, perdiamo il contatto con la coscienza impersonale in noi, da sempre libera e luminosa.
Cercare di raggiungere questo stato naturale attraverso uno sforzo volontario, si rivela un modo molto efficace per allontanarlo…
La suprema condotta è assenza di sforzo. La meta della via degli esseri risvegliati è conseguita senza un sentiero da percorrere. Il sommo risveglio è realizzato senza qualcosa da praticare. La suprema meta è lo stato naturale senza aspettative. Rimani nello stato in cui non c’è nulla da meditare. Quando otterrai il non ottenimento, allora otterrai il “Grande Sigillo”.
C. Trungpa Mahamudra
Questo stato di trasparenza, quando si manifesta, ci può apparire banale perché sembra troppo facile, tuttavia è proprio lo stato naturale della consapevolezza, libero dalla nevrosi, dalla schiavitù del tempo psicologico e della frammentazione del pensiero, la meta che i maestri della ricerca interiore indicano da secoli con linguaggi diversi. Uno stato di presenza nell’attimo, libero dal conflitto, dalla divisione, uno stato di totale “presenza mentale”, o meglio, d’assenza momentanea delle distorsioni dell’io. Offre la consapevolezza obiettiva di “ciò che è”, perché l’osservazione è libera dalle immagini che la memoria ha accumulato programmando il nostro modo di pensare e di vedere, rinchiudendoci quindi nel piccolo mondo condizionato della quotidianità.
Stabilizzarsi costantemente in questa coscienza trasparente, che osserva senza identificazione e fluisce in armonia con la vita, è tanto raro che chi vive in questo modo viene a volte considerato un illuminato o un maestro, anche se dal suo punto di vista non si sente affatto speciale e diverso da chiunque.
Rispetto alla condizione ordinaria dell’uomo comune si tratta davvero di una rinascita, seppure ci porta a essere ciò che siamo sempre stati. Anche dopo anni di pratiche con Yoga, Tantra e Mantra questo risveglio trascende tutti i metodi, nel momento in cui ci conduce al semplice stato di Essere oltre ogni pensiero e descrizione… Ci identifichiamo con l’essenza osservante e non con gli oggetti osservati. La realtà limpida di fronte a noi non viene confusa con i pensieri che associamo alle cose, i pensieri sono riconosciuti come tali, l’io trasparente gioca spontaneamente il suo gioco… Tutto fluisce in armonia senza nessun “io” che agisce… tutto auto-accade…
Prima che questo stato si manifesti, dobbiamo avere il coraggio di confrontarci con il nodo più profondo, con le ombre, le paure, le illusioni dell’io e riconoscere le fantasie con cui la mente ci inganna (anche quando crediamo di meditare), con le immagini di mondi ideali e di realizzazioni future. Come dice la Baghavad Gita, il sommo piacere è quello cha dapprima appare amaro e poi diviene dolce.
Molte illusioni di grandezza e di onnipotenza infantile devono essere distrutte, l’illusione di doversi difendere da qualcosa esterno a noi scompare quando scopriamo che il nemico è il nostro stesso io, l’orgoglio e la paura vanno smascherati, sino al nodo alla base di ogni problema mentale, sino al nodo del cuore, come lo chiama Ramana Maharshi. Se trascendiamo l’identificazione con il corpo e la personalità avremo accesso all’anima, ma ci vuole coraggio per guardare in faccia la realtà. La rinascita implica la morte di ciò che era illusorio, ma cui siamo molto attaccati.
Per questo R. Laing affermava che “l’uomo aborrisce la trascendenza” e le tradizioni spirituali ci parlano di un terrificante “guardiano della soglia” che preclude ai timorosi il passaggio verso la dimensione dello spirito. Non solo per i demoni che custodiscono il tesoro interiore dell’anima e del Sé (attaccamenti, paure, emozioni distruttive, abitudini, proiezioni e preconcetti ecc.), ma per il coraggio necessario a riconoscere l’ovvietà del tesoro stesso che da sempre è tanto vicino da non poter essere visto. Quando osiamo andare oltre i limiti del pensiero ordinario e sconfiniamo nella dimensione del Sè il tempo psicologico e l’illusione dell’io separato sono smascherati e si dissolvono.
Paradossalmente, quando cessa lo sforzo di cambiare ha luogo il cambiamento perché lo sforzo di liberarsi dall’io nasce dall’io stesso. Quando si esaurisce la tensione dell’io verso un altrove nello spazio e nel tempo, entriamo nel sentire profondo della consapevolezza indivisa. Perché ciò accada, è necessario saper osservare la mente e il suo movimento con autentico distacco.
Tutti i diversi percorsi di ricerca interiore, quando sono perseguiti per ottenere credenziali a sostegno dell’io, si riducono a deludenti trip egoici. Quando invece hanno come motivazione un’autentica ricerca della Verità e sono corroborati dagli stati non ordinari della coscienza, conducono a un oggettivo sviluppo della saggezza e della consapevolezza. Si è allora guidati dalla vita stessa, da una coscienza impersonale e a questo punto ci si può trovare come chi finalmente smette di nuotare contro corrente e impara a fluire con il fiume e può così condividerne la forza e liberarsi dall’inutile fatica della lotta e della resistenza. La prospettiva del Sé ci permette di amare la vita e di viverla pienamente come mai avremmo immaginato possibile anche attraverso le inevitabili difficoltà e sofferenze. A questo punto riconosciamo come illusioni cose che consideravamo verità assolute cui doverci conformare e lo spirito che si rivela cancella tutte le false immagini, anche quelle che ci avevano spinto a iniziare la ricerca interiore. Dopo che i sogni di gloria dell’io sono crollati, ora che il desiderio di potere è svanito, otteniamo tutto nella semplice capacità di essere ciò che siamo e arrenderci alla vita, diventando servitori dell’ignoto potere che ci guida. Finisce l’ansia di vivere, si dissolve la paura di morire… Per quanto oscuro e inesprimibile sia il nodo che ci fa sentire dissociati dalla pienezza della vita, esso è solo un sottile inganno che può svanire appena mettiamo a fuoco il nostro sentire e riconosciamo la vanità dei meccanismi difensivi dell’io, i limiti della rete del pensiero e la natura delle distorsioni emotive che paiono offuscare la coscienza, inquinando la trasparenza interiore con desideri e paure.
A questo punto la prospettiva interiore si sposta dall’identificazione con il corpo, le emozioni e la mente, (che sono oggetti mutevoli nello spazio della consapevolezza) alla consapevolezza stessa che li contiene, e ci appare chiaro che siamo e siamo sempre stati l’immutabile soggetto osservante, il testimone senza forma della mente e dei fenomeni. La sempre presente consapevolezza, la semplice sensazione di essere, Ciò che osserva i molti che sono Uno ed è l’Uno che diventa i molti.
Quando si raggiunge questo stato di emancipazione, e si riconoscono gli inganni della mente si prova un’inesprimibile sensazione di libertà e il conflitto della divisione interiore si dissolve.
La tecnica di respirazione che presento è una via maestra per il raggiungimento di questo stato di coscienza ma in sé è solo un catalizzatore che funziona quando si è ben attenti ad evitare che diventi un nuovo trastullo dell’io separato (l’immagine con cui ci identifichiamo) e delle sue egocentriche fantasie di grandezza.
Nella tradizione conscia del nostro io non troviamo nessun rinnovamento, ma solo rinforzo per le aride abitudini di una mente monocentrica che cerca di tenere assieme il proprio universo con sermoni colpevolizzanti.
J. Hillman, Saggio su Pan
Quando t’interrogano curiosi, cercando di sapere che cosa Esso sia,
Non affermare nulla, non negare nulla.
Perché ogni cosa affermata non è vera.
E ogni cosa negata non è vera.
Come potrà qualcuno dire con verità che cosa può essere,
Finché egli stesso non ha pienamente raggiunto Ciò che È?
E dopo che l’ha raggiunto, qual parola si può mandare da una Regione
Dove il carro della parola non trova una via su cui correre?