Una buona respirazione è d’importanza fondamentale per il raggiungimento e mantenimento del benessere psicofisico ma la maggior parte degli individui raramente ha una respirazione libera e armonica. I benefici prodotti dalla liberazione del respiro sono confermati da molti studi scientifici. Ritrovare una respirazione armonica e completa è un aspetto cruciale delle pratiche indirizzate alla salute fisica e alla serenità mentale. Tra le tecniche di respirazione il Rebirthing Transpersonale è indirizzato non solo per armonizzare il respiro ma all’induzione di stati non ordinari di consapevolezza re profonde esperienze di conoscenza di Sé e risveglio. Il Rebirthing Transpersonale si rivela un efficace strumento per ritrovare se stessi, porre fine ai conflitti mentali e stabilizzare l’energia vitale.
Non solo il respiro è vita e se non si respira bene non si può vivere bene, ma oltre all’equilibrio psicofisico molti sento il bisogno di sviluppare una coscienza più profonda di sé oltre i limiti dell’io.
Presupposto della pratica Transpersonale è la consapevolezza che l’io come entità indipendente, dotata di natura propria, è un’illusione creata dalla mente. La Consapevolezza è il substrato, sempre presente, di ogni fenomeno, il nostro vero Sé. Nel Sé ritroviamo la chiarezza percettiva dell’eterno presente. Risiedere nella consapevolezza comporta la spontanea resa a un “potere” che non appartiene al pensiero, ed è quel potere che ci conduce a diventare servitori della vita lungo il sentiero dell’autorealizzazione.
Krishnamurti ha osservato che, il fatto stesso di meditare, mette ordine nell’attività di pensiero senza l’intervento della volontà, della scelta o della decisione o di alcun’altra azione di colui che pensa. Nel momento in cui si stabilisce quell’ordine, il rumore e il caos, che sono la fonte abituale della nostra coscienza, si estinguono e la mente diventa generalmente silenziosa (il pensiero non nasce che quando è necessario, poi si ferma fino a che non è di nuovo necessario). In quel silenzio Krishnamurti dice che si produce qualcosa di nuovo e creativo, che non può essere tradotto a parole, ma che è di uno straordinario significato per l’insieme della nostra vita. Così non tenta di comunicarlo a parole, ma domanda a coloro che sono interessati a questo, di esplorare il problema della meditazione direttamente da se stessi prestando un’attenzione vera alla natura del pensiero. Senza provare ad approfondire il problema della meditazione, si può dire che la meditazione, nel senso che le dà Krishnamurti, può mettere ordine in ogni nostra attività mentale e questo può essere un fattore chiave, suscettibile di mettere fine all’afflizione, al malessere, al caos e alla confusione che sono da sempre lo scotto dell’umanità e che continuano a esserlo senza prospettiva di cambiamento in un prossimo avvenire.
D. Bhom, Nobel della Fisica
Non è patologico soffrire per la perdita di una persona cara, per una delusione d’amore, un tradimento, per una malattia fisica, per un tracollo economico o per gli acciacchi della vecchiaia, e nella vita sono cose che capitano.
Nessun metodo può liberarci dalla condizione umana, ma l’uomo ha a disposizione modi diversi di confrontarsi con la vita. Può lasciarsi trascinare dalla ricerca del piacere cercando di ottenerne ad ogni costo l’appagamento, ma l’attaccamento a ciò che è transitorio comporta sofferenza e le cose non vanno sempre come vorremmo. Può scegliere la via dello Yoga, dell’unione con la radice della coscienza e ritirandosi dal mondo trovare la pace interiore attraverso il distacco e il controllo mentale e la disciplina, ma se questo non è nella sua natura gli sarà impossibile staccarsi dai desideri per quanti sforzi faccia. Una via diversa è quella in cui, cosciente della natura illusoria dell’io separato, può vivere pienamente nel mondo, senza esserne schiavo e partecipare alla vita come ad una rappresentazione in spontanea armonia, guidato dalla sintonia con il qui e ora. Gli aspetti dolorosi dell’esistenza da questa prospettiva sono speculari ai piaceri e fanno parte del gioco cosmico di luce e ombra e possono essere vissuti come insegnamenti. C’è un modo responsabile e saggio di affrontare i momenti difficili e mantenere l’equilibrio anche quando il mare è tempestoso. Ma questo raggiungimento come abbiamo più volte ripetuto è una specie di risveglio della coscienza e non riguarda parole e concetti che si possono ripetere anche “dormendo”. Anche nello Zen si usano le parole per comunicare l’inesprimibile, ma l’esempio del “dito che indica la luna” ci ricorda che non ci si deve soffermare sul dito (le parole) bensì andare a ciò che è indicato. Alan Watts aggiungeva che, soprattutto, non dobbiamo limitarci a succhiare il dito in cerca di consolazione.
Il Rebirthing Transpersonale dissolve le illusioni dell’io e offre una via per un liberatorio contatto con se stessi, e si dimostra adatto all’uomo moderno che non intende ritirarsi dall’arena del mondo e nello stesso tempo comprende che per vivere bene e attingere ai potenziali interiori deve perseguire un cammino di autoconoscenza e di autotrascendenza.
Filippo Falzoni Gallerani