La ricerca dell’amore e i problemi di coppia
Non è per amore della sposa, ma per amore del Sé, che la sposa mi è cara.
Il Rebirthing Transpersonale si applica con successo per la soluzione dei problemi affettivi e relazionali.
La felicità degli individui dipende in primo luogo dalla qualità dei loro rapporti amorosi. Quando si è innamorati e corrisposti tutti i problemi paiono svanire. La ricerca della felicità affettiva è però invero un sentiero doloroso, pieno di frustrazioni e delusioni. I giorni della passione di frequente lasciano il posto a conflitti, a noia o a diverse forme di dipendenza, spesso alla gelosia e alla possessività. Questi e molti altri elementi distruttivi, che presto subentrano nel rapporto, rendono difficili e dolorose gran parte delle relazioni amorose. Molti cercano di dimenticare i travagli dell’amore, accontentandosi di rapporti superficiali, altri cercano di nascondere il loro vuoto interiore investendo le loro energie nella ricerca del potere, del denaro e si concentrano sulle apparenze. Il problema è più grave oggi perché molti uomini paiono impreparati ad adattarsi ai profondi cambiamenti sociali di questi tempi. Secondo i nuovi valori, la donna non è più sottomessa al maschio e considerata un’entità inferiore al suo servizio, strumento di procreazione, quasi privo di diritti come era in passato.
Per secoli le problematiche sentimentali erano in secondo piano perché i matrimoni erano decisi dalle famiglie, generalmente per motivi d’interesse e per contingenze pratiche. I ruoli erano accettati e subiti come un’inalienabile regola universale. Dagli anni ‘60 a oggi i ruoli sono del tutto cambiati, ma l’uomo contemporaneo non pare ancora in grado di confrontarsi alla pari con il femminile e spesso si mostra spaventato e insicuro, o reattivo e violento. Le separazioni e i divorzi sono in continua crescita. Allo psicoterapeuta si rivolgono sempre più spesso persone in crisi sentimentale ed è superfluo ricordare i frequenti omicidi compiuti da uomini che non accettano di essere lasciati, perché considerano la donna una loro proprietà.
Ricordo che da ragazzo, ancora studente di Psicologia, avevo l’impressione che i libri che studiavo affrontassero in modo indiretto il vero problema di ogni uomo e di ogni donna: trovare l’amore. Mi pareva che la psicologia non desse sufficiente peso al problema più importante dell’umanità che immaginavo fosse la comprensione e il superamento degli ostacoli che ci impediscono di realizzare relazioni di vero amore.
Freud dava un’importanza primaria alla sessualità, ma non parlava specificamente di amore e completezza nella coppia. Il suo interesse era principalmente lo sviluppo della sessualità e il superamento delle diverse fasi che il bambino attraversa nei primi anni, sino al prevalere, superati anche gli anni della pubertà, della pulsione riproduttiva e quindi della maturità genitale[1].
Immaginavo che l’uomo realizzato fosse solo chi era in grado di vivere un’autentica e felice relazione d’amore a tutti livelli e non chi avesse risolto soltanto le problematiche sessuali. Ricordo che un giorno in un colloquio con il Professor Max Beluffi (primario del reparto in cui facevo training presso l’ospedale Paolo Pini e mio mentore negli studi psichiatrici), esposi quest’idea.
Gli chiesi: “Non pensa professore che la vera sanità dell’individuo e la sua realizzazione saranno possibile quando l’evoluzione interiore gli permetterà di amare in vera pienezza e armonia e realizzare così una coppia e una famiglia davvero felice?” Mi rispose, sintetico, con un’altra domanda: “Non pensi invece che forse l’evoluzione porterà verso una completezza androgina degli individui?”.
Riflettei molto su questa ipotesi che non avevo considerato. Notavo la contraddizione culturale, per la quale, da un lato essere coinvolti dal desiderio di rapporti con donne (o l’inseguire gli uomini da parte delle donne) o anche soltanto esser coinvolti da romantiche ricerche d’amore, è vista come una debolezza antitetica alla vita spirituale, mentre dall’altro l’unione del maschile e del femminile è sia un sacramento, sia un simbolo universale di completezza, sia il sommum bonum per l’uomo comune.
Come se si dicesse che: “Dio è amore, ma è meglio evitare relazioni coinvolgenti se si aspira alla liberazione”. La donna infatti, era spesso vista come l’ostacolo maggiore all’autorealizzazione per l’uomo. Egli deve superare la dipendenza sentimentale che offusca la ragione e la schiavitù dagli istinti sessuali che lo dominano, se vuol raggiungere saggezza e spiritualità. Nello stesso tempo i simboli dell’alchimia che studiavo nell’interpretazione psicologica di Jung[2], avevano come tema centrale il matrimonio mistico, lo Hieros Gamos[3], tra il principio maschile e quello femminile, Re e Regina.
La Pietra Filosofale simboleggiava la realizzazione interiore dell’alchimista ed era proiettata esteriormente sul piano della materia. L’unione dei principi maschile e femminile della materia aveva il potere di tramutare i metalli vili in oro incorruttibile, allo stesso modo in cui interiormente l’integrazione degli opposti portava alla realizzazione del Sé.
Solo per citare qualcuno dei tanti esempi: i simboli del Tantrismo indù hanno come apice l’unione di Shiva e Shakti, i principi maschile e femminile, il vuoto e la forma. Lo Yoghi tantrico può realizzare l’Assoluto attraverso un rito erotico[4]. Nell’Induismo la filosofia di Shankara[5] è uno dei pilastri filosofici più riconosciuti e i suoi commentari alle Upanishad rappresentano a tutt’oggi una vetta del pensiero umano. Benché Shankara non faccia riferimenti al sesso, esprime lo stesso concetto dell’unione degli opposti e dell’integrazione, similmente alle altre vie mistiche. Solo la Coscienza Non-Dualista, secondo Shankara e i maestri del Vedanta, conduce alla vera realtà oltre le illusioni della mente[6]. Mi colpì che in un frammento egli alle domande: “Cosa è la cosa più difficile?” rispondeva :“Capire le donne”, “Chi è un vero eroe”? “Chi non si fa confondere da loro”.
Per quanto riguarda il buddhismo tibetano questa frase del Mahamudra[7] di Tilopa[8] è sufficiente a indicarci l’importanza dell’unione sessuale tantrica: “Quando servi una karmamudra (sposa o partner sessuale) sorgerà la pura consapevolezza della beatitudine e del vuoto, composta da un’unione benedetta di intuizione e di mezzi opportuni, lentamente scendi e trattieni e porta indietro la bodhicitta[10], e conducendola alla fonte, satura l’intero corpo. Ma questa consapevolezza si presenta solo se la lussuria e l’attaccamento sono assenti. Poi guadagnando lunga vita e giovinezza, brillante come la luna, radiante e chiaro, con la forza di un leone, potrai guadagnare rapidamente potere mondano e l’illuminazione Suprema. Possa questa istruzione essenza di Mahamudra rimanere nel cuore degli esseri fortunati”.
Per l’antica filosofia cinese l’uomo era l’intermediario tra Cielo e Terra, e nel Taoismo l’unione ed equilibrio dello Yin e Yang (i principi Femminile e Maschile) è alla base della Via della Liberazione.
Solo vivendo ho compreso che quest’unione tra uomo e donna è sì possibile, ma perché possa realizzarsi nella realtà in una relazione felice, deve prima aver luogo nell’individuo, che accetta la sua solitudine essenziale, il riconoscimento del vero Sé, che nella sua pienezza contiene la polarità maschile e femminile. L’uomo deve aver realizzato in sé l’autosufficienza e l’integrazione degli opposti, o non risolverà il problema dell’armonia con il sesso opposto.
E’ a causa della sua fuga dalla realtà, che la maggioranza degli uomini e delle donne (con rare eccezioni) hanno relazioni infelici. Attraverso l’autoindagine e l’osservazione di molti casi, mi sono reso conto del grave errore che si commette nel cercare esternamente la felicità e la completezza, senza aver prima riconosciuto e accettato quel vuoto interiore che vogliamo colmare.
Nel pensiero non troveremo mai la realtà che è oltre ad esso
Se non c’è integrazione nella coscienza di “animus-anima”, se non ci arrendiamo al nostro sentire più intimo e autentico senza farci confondere da desideri e dall’identificazione con l’ego, questa mancanza sarà proiettata all’esterno e continuerà a prender forma in relazioni conflittuali e insoddisfacenti.
Se ci poniamo di fronte alla vita alla ricerca di qualcosa che speriamo di trovare (o temiamo di non trovare), il nostro atteggiamento di desiderio e timore ci farà vivere imprigionati dal pensiero, che distorce la percezione della realtà e così facendo le nostre proiezioni alla fine ci deluderanno sempre.
Nella tensione verso l’esterno perdiamo contatto con noi stessi e quindi con la chiara percezione del presente che nasce da una mente sgombra. Da questa mancanza di chiarezza hanno origine infinite illusioni e delusioni. L’alchimia dell’Unione di Maschile e Femminile deve prima aver luogo interiormente. L’unione di Shiva e Shakti, Cielo e Terra, Purusha e Prakriti, Vuoto e Forma, Essere e non Essere sono le nozze mistiche dell’individuo che integra in se stesso la polarità complementare, e rappresenta l’individuazione nel Sè. Non si tratta quindi di un’androginia solipsistica, di una chiusura in se stessi, volta alla solitudine, bensì la sicurezza di bastare a se stessi come condizione indispensabile per avere relazioni sane.
Il Vuoto, “il non essere e la morte” ci spaventano perché non li riconosciamo come processi polari e complementari dell’Essere, dobbiamo trovare il coraggio di accogliere la realtà cui non si può sfuggire.
La nostra identificazione con le immagini mentali è la radice stessa della sofferenza
Quando siamo interiormente pronti, quando abbiamo accettato la realtà, le nostre relazioni diventano armoniche e siamo liberi dalla dipendenza. Oppure ci permetterà di uscire da relazioni conflittuali senza strascichi, rancori, recriminazioni e rimpianti e senza paura del futuro e della solitudine.
Solo allora il partner, che abbiamo cercato per anni invano, appare inaspettato nella nostra vita. Bastare a se stessi, avere il coraggio di mostrarsi per quello che si è e di accettare quella solitudine interiore che nessuno potrà mai colmare, sono condizioni indispensabili per non vivere d’illusioni, per comprendere l’altro, ed evitare così rapporti di dipendenza, che inevitabilmente sono destinati a diventare conflittuali. Solo questa autenticità ci porta ad incontri in cui si realizza il vero amore. L’equilibrio interiore dell’autosufficienza è quindi un requisito a priori di qualunque sana relazione[11].
L’errore nasce dalla prospettiva con cui ci relazioniamo alla vita, cercando di risolvere il problema fuori di noi e trovare qualcuno che possa riempiere quel vuoto interiore (che non abbiamo mai affrontato davvero). Nessuno potrà mai colmare del tutto questo vuoto: si può colmare soltanto se lo riconosciamo e lo accettiamo per quello che è, senza fuggire nelle illusioni e nel tempo psicologico delle aspettative.
Succede così che per la nostra crescita dobbiamo passare attraverso delle relazioni dolorose che ci permettono di rispecchiare la nostra nevrosi nel teatro delle proiezioni: solo se siamo sinceri con noi stessi e sappiamo riconoscerle come tali, riusciamo a liberarcene. Nei rapporti sentimentali inoltre è facile cadere in molte forme di auto-inganno. Ad esempio con il partner, spesso agiamo facendo cose per compiacerlo anche se non le sentiamo spontanee, cosicché, se alla fine ci sentiamo amati, abbiamo il dubbio che in realtà l’altro non ami noi, ma la persona che ci siamo sforzati di sembrare. Oltretutto agire in modo non spontaneo presto inizierà a pesarci.
Di certo con queste premesse i rapporti sono un motivo di sofferenza. In questo senso le relazioni affettive sono “pericolose” per chi è alla ricerca di serenità interiore. Per questo motivo a volte, uomini e donne hanno scelto la vita monastica, non sempre per un’autentica conversione spirituale, ma più spesso per evitare di entrare nella pericolosa arena della vita sentimentale. Solo quando siamo in sintonia con la vita e seguiamo il suo spontaneo fluire, senza speranze e paure, possiamo instaurare relazioni felici. E siamo in sintonia con la vita solo quando siamo liberi dai conflitti che il pensiero crea in un fascio di desideri, paure, condizionamenti.
E’ il pensiero che crea l’ego con le sue memorie e aspettative, e sino a che non ci liberiamo dalla falsa identificazione con il personaggio creato dal pensiero, non troveremo sintonia con il partner e quindi non saremo in armonia con ciò che è.
Respirazione e individuazione
Uno dei motivi per cui la tecnica del Rebirthing Transpersonale è tanto efficace, consiste nel fatto che durante la respirazione intensa si è predisposti ad accogliere le sensazioni piacevoli, allo stesso modo con cui si accolgono quelle dolorose. Sappiamo che siamo entrati in aree dell’inconscio e che con la catarsi e il riconoscimento del rimosso ci liberiamo dal suo influsso. Con quest’attenzione incondizionata alle forti sensazioni che la respirazione produce, ci sintonizziamo con il presente dalla prospettiva del Testimone che non desidera e non teme. L’assenza del pensiero conduce allo stato in cui l’osservatore separato dalle sensazioni scompare e tutto si manifesta nella chiarezza della coscienza non divisa. La chiara percezione della realtà, oltre le gabbie del pensiero, fa si che spesso, anche in una sola seduta, si risolvano problematiche profonde e si aprano nuovi orizzonti. I momenti di risveglio, vissuti durante le sedute di respirazione, diventano tratti stabili dell’individuo quando quest’atteggiamento di testimone senza alternative e scopi è coltivato nella vita quotidiana. Allora ci si accorgerà che è sufficiente fare questo passo interiore di resa alla Realtà per accostarci alla saggezza intuitiva. Essa si manifesta spontanea quando l’ego lascia libero il campo. Vivremo allora esperienze che mai avremmo potuto immaginare. E ora che non ne sentiamo più il bisogno, potremo finalmente realizzare felici relazioni amorose.
Filippo Falzoni Gallerani, Milano, Aprile 2013
“La meditazione non è mai preghiera. La preghiera, la supplica, nasce dall’autocommiserazione. Si prega quando si è in difficoltà, quando c’è il dolore; ma quando c’è la felicità, la gioia non c’è supplica. Quest’autocommiserazione, così profondamente incorporata nell’uomo, è la radice della separazione. Ciò che è separato, o si crede separato, sempre alla ricerca dell’identificazione con qualcosa che non sia separata, crea solo maggiore divisione e pena. Dal fondo di questa divisione s’invoca il cielo o il proprio marito, o qualche divinità della mente. Questa invocazione può trovare una risposta, ma la risposta è l’eco dell’autocommiserazione nella sua separazione. (…) la meditazione è lontana da tutto ciò. In quel campo il pensiero non può entrare; non c’è nessuna separazione e quindi nessuna identità. La meditazione è all’aperto; non ha segreti. Tutto è esposto, chiaro. Allora la bellezza dell’amore è.”
J. Krishnamurti
All’amore non si può pensare, l’amore non si può coltivare, l’amore non si può praticare. La pratica dell’amore, la pratica della fraternità, resta pur sempre nell’ambito della mente, e perciò non è amore. Quando tutto questo è giunto a termine, nasce l’amore, e solo allora saprete che cos’è l’amore. Dunque l’amore non è quantitativo, ma qualitativo. Voi non dite: “amo tutto il mondo”; ma quando saprete come amare una sola persona, saprete come amare tutti. Ma, poiché non sappiamo come amare una sola persona, il nostro amore per l’umanità è fallace. Quando si ama, non è questione di uno o di molti; vi è soltanto l’amore. Soltanto quando vi è amore tutti i nostri problemi potranno risolversi, e soltanto allora potremo conoscerne la beatitudine e felicità.
J. Krishnamurti
È forse il sesso un prodotto dal pensiero? Il sesso, il piacere, la delizia, la compagnia, la tenerezza in esso implicita, tutto ciò è un ricordo rafforzato dal pensiero? Nell’atto sessuale vi è un senso di dimenticanza di sé, di abbandono, un senso di non presenza della paura, dell’ansia, delle preoccupazioni della vita. Ricordandovi di questo stato di tenerezza e di autoabbandono, e desiderandone la ripetizione, ci riflettete su, per così dire, fino all’occasione successiva. Si tratta di tenerezza o di un mero ricordo di qualcosa che non è più e che, attraverso la reiterazione, sperate di catturare nuovamente? Non è forse la ripetizione di qualcosa, per quanto piacevole possa essere, un processo distruttivo?
J. Krishnamurti
Provate a essere, unicamente essere. Concedetevi giornalmente abbastanza tempo per sedervi nella calma e provare, solo provare, a oltrepassare la personalità e le sue ossessioni. Perseverando in tal modo non potete fallire. Quello che importa soprattutto è la serietà e la sincerità; bisogna proprio che abbiate la nausea di essere la persona che siete e che vediate il bisogno urgente di essere libero dalle identificazioni inutili, a un fascio di ricordi e di abitudini.
Nisargadatta Maharaj
Note
[1] Nel link al sito maturità genitale:
http://www.pieropriorini.it/index_file/dipendenzeaffettive.html, trovate una discussione moderna della prospettiva psicanalitica, che sotto diversi aspetti è in linea con alcune delle idee qui esposte, nonostante i limiti della prospettiva freudiana rispetto a quella Transpersonale.
[2] Vedi l’illuminante testo “Psicologia e Alchimia” di C. G. Jung, Edizioni Boringhieri.
[3] Hieros Gamos: matrimonio mistico. Unione sacra. Celebrato in primavera, è un antico rituale simbolico, i cui partecipanti assumevano le caratteristiche delle divinità, spesso fungendo da tramite per la divinità in questione. In alchimia, l’unione tra i principi maschile e femminile della materia è la chiave della pietra filosofale, per trasformare non solo i metalli in oro ma la coscienza stessa dell’alchimista.
[4] Lo Yoghi può sperimentare l’estasi dell’Unità con l’Assoluto attraverso il rito sessuale, solo se lo vive senza concupiscenza, identificandosi cioè con il Sé transpersonale e con le forze cosmiche che si esprimono attraverso di lui.
[5] Shankara analizza così la Soggettività Assoluta: Vi parlerò adesso della natura di questo Testimone Assoluto. Se lo riconoscerete potrete superare i vincoli dell’ignoranza, e raggiungerete la liberazione. Vi è una Realtà che esiste di per sé, e che è alla base della nostra coscienza individuale. Tale Realtà è Testimone degli stati della coscienza egoica e degli involucri corporei: è il Conoscitore degli stati di coscienza di veglia, sogno e sonno profondo. E’ consapevole della presenza o assenza della mente e delle sue funzioni. E’ il vostro Sé reale. Tale Realtà pervade l’universo, ma niente può penetrarla, Essa brilla di luce propria. L’universo brilla di luce riflessa. A causa della sua presenza, il corpo, i sensi, la mente e l’intelletto esercitano le loro rispettive funzioni, come se stessero obbedendo ai suoi comandi. La sua natura è la Mente (Coscienza) eterna. Essa conosce tutte le cose, dall’io al corpo. E’ il Conoscitore del piacere, del dolore e degli oggetti dei sensi. E’ il vostro Sé reale, l’Essere Supremo, l’Antico. Essa non smette mai di provare gioia infinita. E’ sempre la stessa. La Coscienza.
La Coscienza-consapevolezza è testimone del nostro io, Ramana Maharshi la chiama “Io-io”, Soggettività Assoluta…
[6] Questa realizzazione porta alla realizzazione di Sé come Soggettività assoluta priva di attributi.
[7] Testo completo del Mahamudra di Tilopa
[8] Tilopa (928-1009) fu un mahasiddha indiano del Buddhismo Vajrayana e inventore del sistema di pratica spirituale noto come Mahamudra volto al conseguimento veloce dell’illuminazione. E’ considerato il primo patriarca della tradizione Kagyu del Buddhismo tibetano e nove suoi libri sono conservati, tradotti, nel canone tibetano.
[9] Karmamudra: partner della pratica la pratica sessuale tantrica.
[10] Il termine sanscrito Bodhicitta, “Mente d’illuminazione” o “Mente del Risveglio” è caratteristico del Buddhismo Mahāyāna.
[11] Naturalmente ciò si applica anche alle relazioni omosessuali, perché i ruoli sessuali sono attitudini e atteggiamenti psichici piuttosto che di condizioni fisiologiche.