
Gli attacchi di panico e il Rebirthing
Se la respirazione è fondamentale per la salute e la soluzione di molti disturbi, la sua relazione con gli attacchi di panico è cruciale. il Rebirthing Transpersonale si dimostra nella maggioranza dei casi il metodo più rapido ed efficace.
IN SINTESI:
- Esiste un’evidente e riconosciuta relazione tra gli attacchi di panico e le alterazioni del respiro.
- I sintomi dell’iperventilazione (capogiro, formicolio alle mani, timore di perdere il controllo, respiro affannoso, oppressione, vertigine, paura, depersonalizzazione e tachicardia) sorgono con estrema facilità in coloro che, senza esserne coscienti, si trovano in condizione di subventilazione e respirazione irregolare.
- Il Rebirthing ad approccio Transpersonale (che è una tecnica specifica di respirazione che va svolta sotto la guida di un esperto) permette di riarmonizzare la respirazione e risolvere i problemi legati all’iperventilazione.
- L’esperienza permette inoltre di elaborare le emozioni represse, sciogliere i blocchi bioenergetici e ritrovare energia vitale e serenità.
- Osservando una vasta casistica risulta che il metodo permette di eliminare del tutto l’insorgere degli attacchi di panico e il timore anticipatorio, in modo sicuro e in poche sedute.
La respirazione e il disturbo da attacchi di panico (DAP)
Il DAP (disturbo da attacchi di panico) si sta diffondendo soprattutto nel mondo industrializzato e si stima che ne soffra circa il 10% della popolazione. Al contrario di quanto si era creduto sino ai primi anni ’80, l’attacco di panico non è una forma d’ansia acuta, ma è un disturbo specifico a sé stante che può colpire chiunque. Nella maggior parte dei casi una sola crisi basta a far nascere l’ansia anticipatoria che il disturbo possa ripetersi.
Così, chi ha avuto una prima crisi in aereo eviterà di prendere altri voli, e nel timore si ripresenti eventualmente inizierà a evitare anche altri mezzi di trasporto. Temendo di essere colto da un attacco in auto inizierà a evitare i lunghi viaggi per poi restringere sempre più il suo raggio di movimento. Alcuni cominciano a poter guidare solo se accompagnati, sino a giungere, nei casi più gravi, a temere persino d’uscire di casa da soli.
La terapia attualmente prescritta più di frequente è l’intervento farmacologico con antidepressivi, che hanno sostituito i tranquillanti usati in passato. Alla terapia farmacologica a volte vengono associate tecniche cognitivo-comportamentali che non sempre risolvono il problema. Da anni si è riconosciuta la relazione tra iper e ipo ventilazione (respirazione irregolare) e il DAP. Sin dagli anni ’80 personalmente ho ottenuto sorprendenti risultati con il Rebirthing Transpersonale, ma solo nel 2000 il Prof. Battaglia dell’Ospedale San Raffaele di Milano rese noto che, dopo dieci anni di ricerche, si era riconosciuta l’inconfutabile relazione tra gli attacchi di panico e la respirazione. Successivamente, altre ricerche negli Stati Uniti confermarono che le sensazioni scatenanti gli attacchi di panico hanno una relazione diretta con alterazioni del respiro. Anche dopo queste scoperte la medicina ufficiale propone quasi esclusivamente interventi farmacologici, senza prendere in considerazione l’importanza di lavorare direttamente sulla respirazione. Si cerca di eliminare i sintomi, senza affrontare le cause del disturbo. A volte al pronto soccorso si usa un sacchetto di carta nel quale far respirare il paziente per eliminare momentaneamente l’iperventilazione e abbassare l’ipocapnia.
La respirazione irregolare può essere originata da emozioni represse, da eccesso di autocontrollo e dalla perdita di contatto con la corporeità per di chi vive troppo nei pensieri. Anche lo stress altera la respirazione e fa trattenere il respiro per controllare l’emergere delle emozioni. Irrigidendo il respiro creiamo la cosiddetta corazza psicosomatica che produce respirazione irregolare cronica e squilibri psicofisici.
I sintomi dell’iperventilazione infatti (capogiro, formicolii, timore di perdere il controllo, vertigine e tachicardia) sorgono con estrema facilità in coloro che respirano meno del dovuto.
E’ molto frequente che in seguito ad un periodo stressante, l’individuo sperimenti sensazioni d’iperventilazione anche con pochi respiri profondi o soltanto quando inconsapevolmente cerca di ritrovare la respirazione più libera e normale. Vive così nel timore di lasciarsi andare alle sensazioni e rafforza questo circolo vizioso.
Il Rebirthing Transpersonale si rivela il metodo più rapido e sicuro per risolvere definitivamente gli attacchi di panico, perché attraverso la respirazione si agisce direttamente sulla causa del disturbo. Durante la seduta si elaborano le emozioni represse che sono le cause nascoste dei blocchi respiratori (respirazione contratta e irregolare). Si evita quindi il successivo insorgere di stati d’iperventilazione. In poche sedute si possono eliminare del tutto i sintomi, le cause e il timore anticipatorio che un attacco possa verificarsi in situazioni future.
Già nella prima seduta il soggetto riconosce il rapporto respiro-panico e si libera dall’angosciosa idea che tali sensazioni siano espressione di disturbi mentali o fisici. Respirare non è mai pericoloso né nocivo e il contesto della seduta permette di superare con facilità i momenti in cui eventualmente un trauma rimosso si manifesta, per poi lasciare uno stato di sollievo e serenità.
La respirazione non solo è efficace alla soluzione del DAP, ma mette l’individuo in grado di entrare in contatto con l’energia vitale e profonde dinamiche psichiche che favoriscono lo sviluppo della consapevolezza e la conoscenza interiore.
Chi è predisposto al panico è predisposto anche all’estasi
Il metodo è molto semplice e non comporta una cultura specifica, ma per dare un’idea degli aspetti simbolici vorrei aggiungere che attraverso la respirazione non solo otteniamo la soluzione del disturbo, ma scopriamo nuove dimensioni della coscienza e favoriamo quell’integrazione dell’inconscio che Carl Gustav Jung considerava essenziale nel processo d’individuazione e autorealizzazione dell’individuo. La soluzione dei conflitti attraverso conoscenza esperienziale del Sè fa rientrare questo metodo a tutti gli effetti nell’area della Psicologia Transpersonale.
Farò un bere accenno agli attacchi di panico dalla prospettiva della Psicologia Archetipica.
Il termine panico deriva dal mitico dio Pan, divinità benefica e positiva considerato il Signore della Natura e dell’energia vitale che la anima. Il suo improvviso manifestarsi provoca terrore nelle ninfe che fuggono di fronte a lui. Più esse fuggono e più Pan si sente spinto a inseguirle. Da questa situazione nasce il timor panico, rappresentato nel cortocircuito psichico tra il fuggire delle ninfe e l’eccitazione di Pan, poiché più scappano e più lo incitano all’inseguimento. Similmente per chi soffre di panico ciò si traduce in: “più mi spavento e più sto male, più sto male e più mi spavento”. Il mito narra che quando Pan incontra la ninfa Eco, ed essa gli riflette la sua stessa immagine come in uno specchio, egli è in grado di vedere sé stesso e da questa presa di coscienza si genera in lui una profonda trasformazione, detta l’albedo di Pan. Quest’esperienza d’autocoscienza trasforma Pan, che diventa bianco e si ritira in meditazione in una grotta in uno stato di beatitudine e pace simile a quello di un mistico Yogi. In questa forma incarna l’intelligenza e la saggezza della natura.
Jung, affermava che gli déi che abbiamo rimosso (gli archetipi dell’inconscio collettivo) sono diventati sintomi. I messaggi dell’inconscio che non riconosciamo e reprimiamo diventano causa dei nostri conflitti interiori. Così la forza vitale è spesso repressa dall’ego, che pretende di avere il controllo, e quando erompe ci terrorizza perché temiamo di abbandonarci a essa. Se invece la riconosciamo e ci arrendiamo, essa si trasforma in uno stato di libertà, di estasi e di unità con la vita. Si trascendono gli inganni dell’io e si ristabilisce l’equilibrio e con esso l’integrazione con il nostro vero Essere nel fluire spontaneo della vita.
La seduta di Rebirthing Transpersonale, da questa prospettiva, può paragonarsi all’incontro di Pan con la ninfa Eco, l’energia inconscia che accolta nella consapevolezza porta il soggetto a prendere coscienza che ciò che lo spaventa è un’energia benefica, una espressione della natura. Riconosce che l’immagine di sé che chiamiamo “ego” è solo una parte e un riflesso di una più ampia coscienza impersonale. In essa troviamo sintonia con il qui e ora e siamo liberi dalle ansie e dalle paure create dal pensiero. Si passa rapidamente dalla paura di perdere il controllo all’abbandono cosciente alla Vita. Riconosciamo che dal profondo emerge la saggezza e l’intuizione che possono guidarci oltre le gabbie delle parole verso quello stato che il grande mistico indiano Shri Ramana Maharshi chiamava lo Stato Naturale. Spesso chi ha sofferto di attacchi di panico dichiara di ritenersi fortunato di essere passato attraverso quelle crisi, perché se non fosse stati spinti da quel disturbo a cercare una soluzione con la respirazione, non avrebbero mai neppure conosciuto le dimensioni profonde della coscienza e la serenità e pienezza prodotte dal contatto con la propria essenza interiore. Non solo aveva del tutto risolto ogni paura, ma per la prima volta si era pienamente aperto al fluire armonico della vita con autenticità spontanea e rinnovata vitalità.
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