Placare la mente

La seduta di Rebirthing Transpersonale è una pratica così semplice che anche un bambino la può sperimentare con successo e la tecnica respiratoria la si può insegnare in pochi minuti. Recentemente sono stati pubblicati nuovi studi scientifici che descrivono i tanti disturbi fisici prodotti da una cattiva respirazione. Poche sono invece le ricerche che chiariscono le profonde reazioni psicologiche ed emotive indotte dalla respirazione intensa. È di certo anche facile intuire che una buona salute dipende da una buona respirazione. Più complesso è comprendere quali meccanismi conducono a placare la mente, a trovare il benessere interiore e la liberazione attraverso il respiro. Quando si va più a fondo nella ricerca e si prendono in considerazione le trasformazioni psico-spirituali indotte dal respiro e l’atteggiamento opportuno che ne favorisce la straordinaria efficacia, la comunicazione si complica. Si entra nel territorio della ricerca interiore e della filosofia e ci si avvicina alla dimensione dei corpi sottili, dell’energia, del Prana e della consapevolezza, argomenti che vanno oltre alle dimensioni fisiologiche note ai medici e che pochi studiosi occidentali hanno affrontato da una prospettiva scientifica, seppure siano ben conosciuti dalle antiche tradizioni dello Yoga, del Taoismo.
Per questo quando cerco di spiegare l’essenza di ciò che attraverso la respirazione conduce alla liberazione e al risveglio, argomenti che ho molto chiari in mente diventano difficili da mettere in parole in modo comprensibile a tutti.
Penso che forse è inutile sforzarsi troppo per trovare argomentazioni convincenti perché la gente ha la testa già così piena di parole e di concetti che sarebbe consigliabile, per chi cerca la pace mentale, guardare la realtà senza l’interferenza del pensiero, dato che è una chiara percezione di sé e del mondo che conduce alla serenità. È come se debba esserci un certo grado di risveglio della consapevolezza prima che si possa cogliere ciò che davvero è importante capire a livello intellettuale.
Anche i più profondi aforismi di saggezza servono a ben poco se non ne realizziamo esperienzialmente la realtà, cioè se quando li ascoltiamo non suscitano in noi un lampo di quella comprensione immediata che va alla sostanza del significato oltre l’involucro delle parole.
È infatti esperienza comune che dopo una seduta di respirazione, avendo dilatato la coscienza, molti trovino comprensibile un tema filosofico-spirituale che prima appariva loro del tutto arcano.
La vera comprensione e la soluzione dei problemi della mente, infatti, non avvengono a livello mentale, sono piuttosto l’effetto di una chiara percezione della realtà. Le parole si limitano ad indicare qualcosa che, se non è vissuto, rimale solo un’astrazione teorica. Nietzsche aveva ragione quando affermava che i suoi scritti non potevano essere compresi perché: “Per ciò di cui non si ha esperienza non si hanno orecchie”.
Allo stesso modo è difficile se non impossibile comunicare stati di espansione della consapevolezza a chi non li ha mai provati.
Cogliere la vita come è, con lucidità, senza il filtro del pensiero e delle parole, stabilire un contatto diretto ed immediato con l’energia che ci anima e con la sorgente della consapevolezza, non ha nulla di concettuale e conduce ad una trasformazione radicale delle nostre prospettive esistenziali.
E’ necessario sperimentare in prima persona l’ineffabile “stato naturale” di cui parlano i saggi orientali: lo stato di presenza consapevole, in cui non si immagina di essere “questo o quello” e non ci si identifica con i ruoli e le maschere del teatro quotidiano.
Il Rebirthing Transpersonale correttamente applicato è uno strumento di grande efficacia che utilizza la respirazione per andare oltre la gabbia dei pensieri e sperimentare direttamente questo diverso modo di sentire.
Un lampo della consapevolezza sovramentale è sufficiente a darci nuovi occhi e orecchie, attraverso i quali vediamo e comprendiamo con chiarezza e fluiamo nel presente senza inutili timori.
Molti hanno perso il contatto con la vita a causa di condizionamenti che fanno sì che si guardi alla realtà da una prospettiva che impedisce di vivere nel “qui e ora” e di essere pienamente consapevoli del vero Sé. L’essere è frammentato dalle contraddizioni interiori e sono proprio le divisioni che il pensiero crea la sorgente della frammentazione.
La metafora del cervello come un computer di cui non abbiamo padronanza rende l’idea dell’incapacità umana di percepire la realtà dalla prospettiva del Sé e di sintonizzarsi con la volontà profonda, che viene dall’anima e dall’essenza.
Capire, cioè, che siamo i padroni del computer e dobbiamo sapere come usarlo invece di identificarci con esso perché, sebbene spesso ce ne dimentichiamo, siamo cosa ben diversa dalla macchina che dobbiamo usare.
Per rispondere con una frase alla domanda: “come placare la mente”, potrei dire con un’estrema sintesi: E’ impossibile placare la mente finché siamo identificati con la mente e il corpo (software e hardware del computer che erroneamente chiamiamo “io”), ma appena ci svegliamo alla nostra vera natura e alla sorgente della consapevolezza come Testimone senza forma (che è il padrone del computer) ecco che la mente è pacificata e il nostro vivere e le nostre relazioni si trasformano di conseguenza. Solo una chiara percezione della realtà conduce all’armonia con la vita e all’integrazione dell’io con la totalità dell’Essere e la tecnica respiratoria può condurre rapidamente a questo risveglio percettivo.
Come diceva Sri Nisargadatta: “Il vero Sé scaccia il falso io, tuttavia esso continua ad esistere senza contraddizione”.
Respirando possiamo calmare la mente, attivare l’energia, sintonizzarci con il presente per trascendere il pensiero e le parole e percepire la realtà dell’Essere nel qui e ora.
La mente tende ad opporsi e non vuole lasciare il campo alla libertà interiore perché è stata condizionata e programmata, a livello individuale sin dall’infanzia e a livello collettivo da secoli.
Lo stato naturale, è spontaneo e privo di sforzo. È un “non fare” che si manifesta come consapevolezza che riconosce e dissolve l’agente illusorio: il cosiddetto io separato o ego che si nutre di un ininterrotto dialogo interno.
Comporta essere veramente semplici e umani senza inseguire le mete illusorie che la mente incessantemente crea.
La vita fluisce spontaneamente, come spontaneamente siamo già “noi stessi” senza dover far nulla per esserlo, appena ci liberiamo da illusori tentativi di automiglioramento e comprendiamo che non dobbiamo diventare chissà chi, inseguendo ideali frustranti. Fluendo nell’attimo possiamo realizzare il vero Sé che è sempre nuovo e libero da condizionamenti.
Per citare di nuovo Nietzsche, una sua appropriata ingiunzione in questo caso è: “Diventa ciò che sei!”
Infatti se seguiamo la Volontà che viene dal profondo, non c’è né separazione né intervallo temporale tra pensiero e azione e siamo in presa diretta con la vita.
In sintesi le sedute di Rebirthing Transpersonale facilitano il processo nel quale guardiamo la mente senza identificarci con le immagini mentali, rimaniamo testimoni e osserviamo il suo vagare con chiarezza, senza intervenire, senza produrre né allontanare i pensieri e così facendo avviene un profondo cambiamento. Evitando di interferire vediamo con chiarezza e questo vedere con chiarezza è trasformativo. Nell’immediatezza del sentire senza alternative, creiamo le migliori condizioni perché la mente si plachi e l’intuizione ci diriga. Ci arrendiamo a un’intelligenza inconscia che nasce dal silenzio e finalmente siamo liberi e autentici, ed è così che con l’auto-realizzazione si sconfiggono l’ansia e il mal di vivere.

Filippo Falzoni Gallerani, dicembre 2021
Questa è una radicale rielaborazione di un mio brano di qualche anno fa.

L’arte di respirare

“L’alimentazione, l’esercizio fisico, la resilienza dei nostri geni, il fatto che siamo magri, giovani o saggi: niente di tutto questo importa se non respiriamo in modo corretto. La colonna mancante della salute è il respiro. Tutto parte da lì.”
Questo è sottotitolo in copertina del libro di James Nestor, L’arte di Respirare, (2021) che è un compendio dei potenti effetti trasformativi delle pratiche di respirazione portate avanti da ricercatori di campi più diversi, dagli esperti di tecniche orientali, agli psichiatri d’avanguardia, apneisti da record, ai campioni sportivi, sino alle più avanzate ricerche scientifiche di prestigiose università come la Stanford University altri centri che sottopongono la respirazione a sofisticate ricerche empiriche.
Le affermazioni del sottotitolo e molti degli esempi trattati in questo volume, per me sono solo una conferma di ciò che conosco e che da molti anni insegno.
Tuttavia la scuola di Rebirthing Transpersonale che ho fondato, oltre a riconoscere la cruciale importanza della respirazione per ogni aspetto della salute fisica utilizza la respirazione in particolar modo per promuovere il benessere mentale ed emotivo e condurre ai livelli superiori della consapevolezza.
La salute fisica (che comprende l’attivazione delle difese immunitarie di grande importanza in questi tempi di COVID) seppur fondamentale, non è la soluzione dei problemi più importanti dell’individuo.
La salute olistica implica benessere psico-spirituale che è l’ingrediente fondamentale di una vita pienamente vissuta che conduce all’autorealizzazione.
Credo sia importante chiarire che il Rebirthing Transpersonale, non è un esercizio di “corretta respirazione che dobbiamo imparare e poi praticare”, ma un metodo di respirazione intensa che produce in poche sedute sblocchi bioenergetici ed esperienze psicospirituali che modificheranno radicalmente il nostro rapporto con l’attività respiratoria, facendo si che dopo poche sedute si troverà spontaneamente la modalità più corretta di respirare che risponde ai nostri specifici bisogni metabolici.
Una modalità “personale” che quindi non può essere standardizzata.
Dopo le sedute di Rebirthing Transpersonale, infatti, si acquisisce nel modo più naturale una respirazione corretta e sana, senza alcun ulteriore bisogno di applicare intenzionalmente qualche tecnica.
Ci si accorgerà, ad esempio, che nostro sonno è del tutto differente e rigenerante perché durante la notte il nostro respiro sarà libero e armonico e durante la giornata sentiremo il torace e il diaframma più mobili ed elastici, ma soprattutto, attraverso una mente libera dai condizionamenti, dalle paure saremo liberati dal chiacchierio interno, avremo una chiara percezione della realtà e saremo portati ad armonizzare le nostre relazioni e a fluire in armonia con le circostanze della vita.
La seduta comprende, prima della pratica con il respiro delle istruzioni e degli insegnamenti per facilitare le esperienze transpersonali verso il risveglio della consapevolezza che la respirazione può indurre e alla fine della pratica respiratoria un profondo rilassamento per integrare l’esperienza.

Informazioni sui seminari

Oltre ai benefici fisici indotti dalla liberazione del respiro, i seminari danno ampio spazio ad insegnamenti teorici. Ogni mattina, prima di iniziare la sessione di Rebirthing, condivido insegnamenti che sono sintesi di oltre quarant’anni di studi e ricerca interiore.
La realizzazione del Sé e la comprensione dell’inganno dell’ego che raggiungiamo attraverso l’autoindagine è uno degli aspetti più importanti della pratica del Rebirthing Transpersonale ed è la risposta ai bisogni “spirituali” cui l’uomo d’oggi non può rinunciare se cerca la rigenerazione. E, questa rinascita interiore, come insegnava Jung, è fondamentale per la salute psichica. L’autorealizzazione, invero, è lo scopo della vita. La Psicologia Transpersonale è quell’area della Psicologia che più si avvicina a questa ricerca poiché propone, alla luce dei moderni paradigmi scientifici, un’interpretazione non confessionale delle tradizioni mistiche e presenta pratiche efficaci per lo sviluppo psicospirituale.
L’emancipazione dell’individuo è il tema fondamentale della mia ricerca e il Rebirthing ad approccio Transpersonale è un efficace catalizzatore di risveglio della consapevolezza. Con questo metodo esperienziale basato sulla respirazione intensa si ha la possibilità di far emergere con relativa facilità stati di coscienza che altrimenti raramente si manifestano. Per me è una grande soddisfazione vedere che spesso i partecipanti ai seminari raggiungono la stessa consapevolezza liberatoria e sanante che solitamente si realizza solo dopo molti anni di esperienze e  di studi.

PS.
Fatturo il mio lavoro con fattura detraibile come cura medica ed eventualmente rimborsabile dalle assicurazioni. 
La partecipazione ai seminari, inoltre, può essere inserita in un percorso didattico professionale di Rebirthing Transpersonale secondo accordi da stabilire.

Respirazione e autoindagine

Vivere il presente con una consapevolezza non condizionata dal pensiero, in spontanea sintonia con l’attimo, implica il contatto con la propria Essenza: il Sé transpersonale.

Nel silenzio di una mente serena, possiamo riconoscere che la coscienza libera dalla schiavitù dei pensieri è per sua natura in rapporto armonico con il Cosmo. Siamo una sola cosa con la realtà invisibile costituita da miliardi di particelle che compongono il corpo fisico, frutto di milioni d’anni d’evoluzione. Per loro natura le particelle subatomiche che ci compongono sconfinano in dimensioni oltre lo spazio e il tempo. Siamo la somma del processo evolutivo del cosmo dal Big Bang a ora, ma anche del nulla che precede la manifestazione. Siamo prodotto della misteriosa intelligenza-energia-consapevolezza da cui emana la Natura e il Cosmo, e siamo anche il vuoto in cui ha luogo tutto lo spettacolo.
I cento miliardi di neuroni del nostro cervello, ognuno dei quali ha diecimila connessioni con gli altri, fanno del cervello il pezzo di materia più organizzata che l’uomo conosca nell’universo. L’intelligenza che la mente umana può manifestare nell’arte, nella filosofia e nello sviluppo tecnologico, è ben piccola cosa rispetto a quell’intelligenza che ha organizzato il sistema nervoso. Questo straordinario strumento è indispensabile perché arte, religione e scienza possano essere soltanto immaginate.
I saggi di ogni tempo e gli scienziati più illuminati riconoscono che l’uomo può risolvere i suoi problemi solo riconoscendo la propria Unità con la Vita e ritrovando la sorgente di quest’intelligenza-consapevolezza intrinseca alla natura.
L’individuo deve superare l’identificazione con l’immagine di sé che ha costruito, il personaggio che immagina di essere o diventare, sempre alla vana ricerca felicità.
La felicità, infatti, non potrà mai essere raggiunta da una prospettiva egoistica. L’identificazione con l’ego, con la di divisione che produce, è la vera causa della sofferenza e dell’ansia, delle guerre e dei disordini sociali.
La distruzione della natura, non deriva dall’inquinamento e dalla cementificazione, ma dall’egoismo e dall’avidità che producono attività distruttive.
La ricerca del piacere non conduce alla felicità, ma alla frustrazione. I desideri dalla prospettiva egocentrica non potranno mai essere soddisfatti definitivamente, perché, come per la linea dell’orizzonte, appena abbiamo raggiunto la meta, vediamo spostarsi più avanti l’obbiettivo.

CONOSCI TE STESSO

Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei”, che si trovava scritto sul tempio dell’oracolo di Delfi, e ripetuto dai saggi in mille modi e con infinite metafore. La psicologia del profondo e la filosofia Orientale sono concordi nell’indicare nell’autoindagine la via del risveglio dall’inganno dell’ego e metodi per superare la separazione tra chi vive e la vita stessa che l’ego crea. L’Unità che è la vera salute Olistica.
In tempi moderni le pratiche di Breathwork sono una via diretta per attingere al mondo interiore e per riconoscere le dinamiche inconsce e i giochi dell’io, poiché nella presenza mentale alle sensazioni si evitano ostacoli creati dal pensiero, poiché non si tratta di capire e interpretare, ma di sperimentare direttamente la Verità.
Ma da secoli si trovano delle pratiche basate sulla respirazione per stabilire il contatto con l’energia e l’Essenza. Il Buddha storico ad esempio ha insegnato la respirazione Vipassana e i maestri di ogni tempo hanno riconosciuto nel respiro una via rapida per accedere alla consapevolezza del Sé.
Attraverso il respiro, il corpo si armonizza e le funzioni organiche trovano il giusto equilibrio, la mente si placa ritrovando contatto con il presente non concettuale e le percezioni interiori diventano nitide e chiare. In questo stato non è raro che l’Unità della Vita appaia auto-evidente.
La prospettiva Transpersonale alla pratica della respirazione è fondamentale perché ogni metodo, insegnato, appreso e applicato con un approccio narcisistico, si rivelerà autofrustrante e inutile. Anziché alla liberazione, ogni tecnica applicata in tal modo conduce a illusioni egocentriche ancor più ingannevoli e “non ci sono peggiori illusioni che quelle che l’uomo crea per liberarsi dall’illusione…
James Hillman ci ha spesso ricordato che i fallimenti della psicanalisi e della psicoterapia in genere dipendono proprio dal narcisismo che domina i terapeuti stessi.
Il Jung infatti si compiaceva di non essere “Junghiano”. Diceva che nel momento in cui incontrava un paziente dimenticava qualunque teoria e permetteva all’inconscio di interagire e di guidare l’esperienza. Non s’identificava con un agente esterno con il compito di dirigere il paziente verso una meta, ma entrava in spontanea interazione con l’altro e in un rapporto dialogico consapevole delle istanze psichiche che emergevano dove la differenziazione e l’integrazione, facilitavano che il processo d’individuazione, avesse luogo nel qui e ora.
Con la respirazione, è più facile accedere a questo sentire immediato, a questa presenza senza aspettative libera da preconcetti che con la semplice meditazione. Ma è sempre cruciale un atteggiamento indirizzato al Transpersonale, che abbia cioè riconosciuto l’illusione del “me” come oggetto.
Tale atteggiamento, che Ramana Maharishi e altri saggi chiamano lo Stato Naturale, è espressione spontanea della consapevolezza non imprigionata dalle gabbie del pensiero.
Non si ricercano fenomeni psichici o esperienze mistiche, ma, si osserva per immedesimazione ciò che li cerca…
Essenzialmente la Psicologia Transpersonale è una versione moderna della Filosofia Perenne e delle tecniche d’autoconoscenza e autotrascendenza che l’umanità ha sviluppato nel corso degli ultimi 30 secoli. Antiche intuizioni sulla natura dell’Essere trovano conferme negli sviluppi della Scienza contemporanea e i nuovi paradigmi quantistico-relativistici conducono a intuire la realtà Olistica dell’Universo e della Coscienza in cui esso si specchia.
La Coscienza è vista come l’interfaccia della materia; la materia è energia fluttuante in uno spazio-tempo relativo. Gli antichi simboli acquistano qui significato coerente Shiva è il Sé, il l’immobile eterno testimone di Mahamaya, il mondo del divenire della manifestazione cosmica, definita anche Mahashakti o l’energia universale che anima la materia.

FILOSOFIA PERENNE

 Aldous Huxley riprese il termine Filosofia Perenne[1] che già Leibniz aveva ripreso da Steuco riconobbe che alla base delle Filosofia Perenne ci sono queste quattro assunzioni fondamentali:

1: Il mondo fenomenico di materia e di coscienza individualizzata, il mondo delle cose, degli animali, degli uomini e persino degli dei, è la manifestazione di una base o substrato Divino all’interno del quale tutte le realtà parziali hanno il loro essere e separate dal quale sarebbero inesistenti.
2: Gli esseri umani sono in grado non solo di conoscere la Base Divina per pura inferenza, ma possono anche realizzare la sua esistenza attraverso l’intuizione diretta, superiore al pensiero discorsivo. La conoscenza immediata che unisce il conoscitore con la cosa conosciuta.
3: L’uomo possiede una duplice natura, un ego fenomenico e un Sé eterno che è l’uomo interiore, lo spirito, la scintilla del divino nell’anima. È possibile per l’uomo, se lo desidera, identificarsi con lo spirito e quindi con la Base Divina che è della stessa natura dello spirito.
4: La vita dell’uomo sulla terra ha un solo scopo e fine, identificarsi con il Sé eterno e così giungere alla conoscenza unitiva della Base Divina.

Gli Indù affermano che chi non vive direttamente gli insegnamenti è come il pastore di mucche altrui. Nell’Islam, si dice che il filosofo che non sperimenta la sua metafisica è come un asino carico di libri.
Quando si è sentito il richiamo dal profondo all’autoindagine, e ci rivolge alla sorgente dell’“io sono” si inizia a intuire la natura impersonale della coscienza. Ciò permette di percepire oltre all’ego e al pensiero la luminosa trasparenza una coscienza senza confini di che vive nell’Eterno Ora.
Qui la mente sgombra, risponde in sintonia spontanea alle richieste del momento, libera dal conflitto della separazione, dalla nevrosi e dall’ansia del domani. Qui la vita reale si manifesta nella sanità.
Keats scriveva: “Chiama il mondo la valle del fare anima. Così saprai a che cosa serve il mondo”[2].
La vita nella sua pienezza di luci e ombre diventa l’avventura della coscienza e il risveglio dall’illusione del tempo. Si vive nel qui e ora in un mondo sempre nuovo, liberi dai condizionamenti; moriamo e rinasciamo ogni attimo, liberi da qualunque preoccupazione per i personaggi che appaiono sulla scena. Questa consapevolezza del rapporto tra noi e gli eventi offre profondità e chiarezza, è la fine del tempo in cui si assapora l’attimo eterno.
Vivendo in “presa diretta” senza il filtro del pensiero l’io scompare. Il passato è solo ricordo (anch’esso mutevole a ogni fluttuazione dell’umore) e il futuro fantasia… seguivamo fantasmi senza vedere la realtà, ora possiamo godere dell’Essere, ora sentiamo di essere una cosa sola con Sat Cit Ananda[3].
Quando ci dissolviamo davvero nel Sé senza forma, non separato dal mondo della manifestazione, un cosmo senza confini, possiamo affidarci al potere che è a monte di tutti i fenomeni e fluire con la vita stessa.
Inconoscibile e privo di attributi, il Sé è autoevidente come lo spazio. Come lo spazio tuttavia non lo si può definire come qualcosa di concreto e visibile. Non possiamo afferrare lo spazio e la scienza moderna dimostra che è inseparabile dal tempo. Possiamo descrivere solo ciò che contiene, ma tutto ciò che esiste, esiste solo all’interno dello spazio-tempo.
Siamo già in ogni istante e da sempre la sorgente dello spazio tempo a monte dello stesso tessuto di questo Cosmo stupefacente e misterioso, e non occorre certamente far nulla per raggiungere ciò che è.
Non dobbiamo dividerci in due (osservatore e osservato, controllore e controllato) per prendere coscienza della coscienza; è sufficiente rendersi conto che “è” presente e non divisa già ora e da sempre e che in vero noi siamo quello.
È così e ce ne accorgiamo se non interferiamo con concetti mentali, ma resta tale anche quando la mente ci inganna con il senso di separazione. Come Consapevolezza, siamo co-creatori del mondo fenomenico, noi stessi siamo il substrato Divino all’interno del quale tutte le realtà parziali e le antinomie complementari appaiono e si dissolvono.
Sullo schermo di questa consapevolezza appare l’io, e quando ne abbiamo compreso la natura relativa non ne siamo prigionieri e non prendiamo troppo sul serio le sue vicende. Possiamo vivere in armonia la nostra peculiare personalità senza essere imprigionati. Se invece siamo prigionieri di quest’immagine come fosse la sola realtà diventiamo schiavi di desideri e paure, l’idea della morte ci spaventa. Offuscata la consapevolezza del Sé ricadiamo nell’ansia e nella frustrazione.
I mistici tibetani sin dall’antichità dicono cose analoghe con metafore oggi desuete. Il termine “demone” al giorno d’oggi pare semplice superstizione ma per gli antichi rappresentava, i pensieri che ci nuocciono, quei pensieri di attaccamento egoico che sviano dalla pienezza del sé e quindi producono offuscamento e sofferenza. Si dovrebbe ricordare che termine “diavolo” etimologicamente significa: colui che divide. Riporto le parole tratte da Canti Spirituali di Ma gcig, (Machig Labdron) 1055-1149, una mistica che per i tibetani è un’incarnazione della stessa Tara, la dea protettrice di tutte le popolazioni himalayane.
Compiacersi di una teoria sulla non azione, compiacersi di una meditazione in uno stato equanime, compiacersi di una condotta priva di pensieri distraenti, compiacersi della pratica ascetica: se anche solo per poco ci si comporta in questo modo, considerandoli come oggetti, non si sta percorrendo il cammino spirituale ma quello dei demoni. Poiché la teoria e la meditazione possono essere insegnate solo attraverso simboli, non si creino nella mente concetti fissi. Riguardo alle visioni che sorgono liberamente non si creino costruzioni teoriche. Esse si manifestano senza limiti sorgendo in modo indifferenziato. Non avere alcuna teoria è la nobile pratica della Recisione dei demoni. Poiché tutto è la propria Mente spontanea, colui che medita non ha nulla su cui meditare.

[1] La “philosophia perennis” è anche il concetto centrale della “Scuola tradizionalista”, rappresentata da scrittori del XX secolo quali René Guénon, Frithjof Schuon e Ananda Coomaraswamy, e in Italia da Elémire Zolla.
[2] Per “anima”, dice J. Hillman, io intendo, prima di tutto, più che una sostanza, una prospettiva, più che una cosa in sé, una visuale sulle cose. Questa prospettiva è riflessiva essa media gli eventi e determina la differenza tra noi stessi e tutto ciò che accade. Tra noi e gli eventi, tra l’agente e l’azione, c’è un momento riflessivo, e fare anima significa differenziare questa zona intermedia.
[3] Sat Cita Ananda: Essere, Consapevolezza, Beatitudine. In essenza siamo Sat Cit Ananda.
Sat è Essenza pura e senza tempo, Cit è Consapevolezza e Ananda è beatitudine. Questa trinità è inseparabile poiché ogni aspetto interdipendente.

 

Cogliere l’essenza della Coscienza

Come è paradossale e difficile comunicare gli aspetti più profondi e importanti della Vita! Persino enunciare delle sacrosante verità può creare problemi e portare fuori strada. Ad esempio dire: “Invece di cercare di cambiare le cose dovremmo cambiare noi stessi”, “Non cercate di cambiare il mondo, ma cambiate voi stessi”, “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, oppure “Non soffriamo per le circostanze della vita ma per il modo con cui le affrontiamo”, diremmo qualcosa che è confermato dalla Filosofia Perenne e dai saggi di ogni tempo.
Tuttavia se pensiamo che il “noi stessi” da cambiare sia l’immagine che ci siamo creati, se cioè ci identifichiamo con l’ego che è un’immagine costruita dal pensiero, non solo non avviene alcun cambiamento, ma siamo del tutto fuori strada. Cercando di migliorarci, peggioriamo la situazione e le conseguenze sono spesso nevrosi narcisistiche e brucianti frustrazioni.
Tanto è vero che i cosiddetti “sentieri spirituali”, che dovrebbero condurre alla libertà dall’ego, in molti casi lo rafforzano e l’inflazionano e sono note le patologie che ne derivano. Molti si identificano con un’evanescente immagine mentale e la scambiano per un’entità vivente e durevole e cadono ancor più nel samsara della lotta degli opposti.
Il vero cambiamento si manifesta quando l’ego s’arrende alla realtà e riconosce la propria irrealtà… Solo la presa di coscienza del Sé senza forma, che offre una nuova percezione dell’Essere nel qui e ora, fa sì che possiamo agire con spontaneità, con il coraggio e la lucidità necessari per affrontare la vita con intelligenza ed efficacia e giungere all’autorealizzazione.
L’ansia creata dal pensiero anticipatorio, che si è perduto tra possibilità e alternative, paralizza l’intelligenza. La mente confusa dall’ansia non è in grado di affrontare la realtà con attenzione incondizionata. Solo il risveglio di una consapevolezza non frammentata, libera dalla prigione del tempo, conduce all’Unità della Vita. Finalmente si diventa se stessi senza che ci sia qualcuno da impersonare nel “flusso armonico del divenire”.

La liberazione non è mai della persona ma dalla persona!

La gente comune è di solito così coinvolta da fatti personali d’ogni tipo e da una nube di pensieri disordinati, da trovare difficile riflettere sulla radice essenziale di tutti i problemi e così ignora la via che potrebbe risolvere tutti i problemi del vivere. Si teme il confronto con l’ombra, il riconoscimento dell’autoinganno dell’ego. Ma è necessario scendere nel buio interiore per svelare le illusioni mentali che condizionano il vivere. E’ necessario riconoscere che stiamo sognando per svegliarci e vedere le cose con chiarezza attraverso una mente quieta e trasparente.
Per questo la respirazione che utilizzo nella pratica professionale si rivela un catalizzatore molto efficace per bypassare la mente, cogliere l’ineffabile energia che ci anima e intuire il Sé dietro la maschera. Ma se non si sono bene compresi i tranelli della mente, una momentanea estasi non è trasformativa, ben presto diventa ricordo e l’ego se ne impossessa come fosse una credenziale a suo sostegno. La memoria e la fantasia a loro volta possono creare ulteriori illusioni, mentre una nuova maschera ci imprigiona.
Si evita la ricaduta nell’imprigionamento nell’ego immagine, che sempre si nasconde in subdole vesti, comprendendo la stoffa e la sostanza della maschera. Quando la riconosciamo con chiarezza, la maschera si dissolve e ritroviamo il flusso spontaneo del vivere. Ci accorgiamo allora di non aver bisogno di sostenere una parte e neppure di identificarci con la storia personale per vivere in pienezza e autenticità.

Filippo Falzoni Gallerani, Milano, febbraio 2019

FILIPPO FALZONI GALLERANI