La sola cosa che abbia un potere è ESSERE.
La materia si accontenta di vivere che è proprio la cosa che a noi non riesce.
La parola Dio è tanto incrostata di menzogna che è meglio farne a meno.
A volte pare sia la più bella invenzione del diavolo tanto vanno di pari passo.
Mère
Io sono il mondo, il mondo è me…
Jiddu Krishnamurti
L’ego individuale, prodotto di questa società corrotta, con il suo bagaglio di esperienze e condizionamenti, porta con sé insieme alla maledizione del tempo psicologico, l’insicurezza e la divisione. L’uomo, ipnotizzato dal pensiero, ha smarrito l’Essere nella prigione dei concetti e dell’astrazione. La paura e il desiderio sono le motivazioni inconsce che sin da principio dirigono fuori strada il ricercatore ignaro. Egli crede di cercare la verità e la liberazione, ma invero sta inventando soluzioni illusorie per fuggire la realtà con fantasie di trascendenza e di automiglioramento. La trascendenza immaginata e cercata dall’io è l’ultimo inganno, in quanto l’io che vuole auto trascendersi finisce in questo processo che considera diretto alla liberazione e alla saggezza, col rafforzare l’illusione di “essere qualcuno” e quindi separato dal mondo: la realizzazione è invece riconoscere la propria inesistenza nella resa al Tutto. Oggi che la scienza svela dimensioni che trascendono spazio e tempo nella sostanza stessa della materia e che il mondo è riconosciuto come un’illusione olografica creata dalla mente, è chiaro quanto sia assurdo cercare il Dio che l’io immaginale crea sulla falsa riga delle tradizioni del passato. Quando le nostre illusioni egoiche vanno in pezzi e non abbiamo più alcun sostegno, quando siamo costretti a riconoscere che non ci sono maestri e libri che ci possono aiutare, iniziamo a comprendere che solo noi possiamo fare luce e smascherare l’inganno che l’io stesso ha creato. L’ego condizionato dall’esperienza si rifiuta di percepire il mistero della profondità dell’Essere senza che il pensiero lo riduca in astrazioni consolatorie che allontanano dalla realtà. Quando ci accorgiamo che tutti i problemi nascono dalla nostra percezione distorta causata dalla frammentazione del pensiero, non ci illudiamo più che da quella percezione illusoria possa sorgere la soluzione e che l’io separato, che causa il problema, possa essere colui che lo risolve! Sri Nisargadatta descrive in modo molto efficace questa paradossale situazione: “Il ladro si traveste da poliziotto per arrestare il ladro”.
E’ chiaro che solo con l’insight profondo dell’intelligenza discriminante che possiamo riconoscere la vera natura dell’ego e la sua illusorietà di agente separato. Smascherato il ladro che ci deruba della realtà, ci arrendiamo all’auto accadere dell’Essere, usciamo dalle gabbie del tempo e del pensiero. Allora la vita appare “come è” nella sua misteriosa e drammatica fantasmagoria, basata sull’alchemica e inevitabile tensione e interconnessione degli opposti. Quando diventiamo responsabili dell’intelligenza-consapevolezza che svela al loro primo insorgere le frammentazioni del pensiero, possiamo usare la mente per i compiti che le spettano nella dimensione spazio-temporale, senza che queste categorie imprigionino la consapevolezza. L’illusione del pensiero fa dell’armonia con il Tutto un concetto per cui lottare verso una futura realizzazione e riduce Dio a un’astrazione della mente che elargisce comandamenti cui dobbiamo imparare a conformarci. Se non s’intromette l’ego con la sua illusione di separazione, invero siamo già in armonia con il Tutto, Dio (il Cosmo, la Natura, la Vita) si manifesta attraverso di noi da prima dell’inizio del tempo. La Realtà è da sempre non duale appena smettiamo di permettere all’io di frammentarla. L’ineffabile abbraccio della coscienza si estende al di là di Duale e Non-duale. Comprendere la natura ingannevole dei giochi della mente non è filosofia astratta bensì azione immediata e sostanziale dell’intelligenza discriminante che permette di risvegliarsi alla realtà del Presente senza i filtri del passato e del condizionamento. Solo cosi può aver fine il conflitto interiore in cui riflesso vediamo nel mondo.
Filippo Falzoni Gallerani. Milano, Giugno 2010